venerdì, dicembre 12, 2008

Gallicano burning mentre fuori piove!


Fuori continua a piovere, sono parecchi giorni oramai. Mi ricordo che circa quattro anni fa, quando venivo ad abitare in questa città, ci fu una piena del Tevere che paralizzò mezza città lasciandoci tutti sbalorditi e senza fiato dinanzi tanta prepotenza. Mi ricordo di degli alberi ricomperti di ogni schifezza immaginabile quando l'acqua si ritirò donandoci quei macabri alberi di natale. Anche ora siamo sotto le feste, quattro anni dopo e il fiume si sta facendo sentire nuovamente. Chiaramente, la prima volta la piena aveva accompagnato un periodo di grandi cambiamenti e di grandi speranze, sembrava quasi che fosse la forza della mia curiosità e della mia determinazione a provocare quella valanga di acqua e fango. Ora le cose sono diverse, non sono più io la forza scatenante ma piuttosto il palo dimenticato nel mezzo che resiste alla pressione disumana e anzi comincia a muoversi di propria iniziativa andando nelle direzioni piu impensabili alla corrente.
Ed eco che questa pressione mi spinge nuovamente al San GAllicano, antico ospedale di questa città, con i suoi cunicoli e labirinti infestati dai fantasmi dalla poca iniziativa e povertà di spirito. In quei labirinti non ci vado mai. Ho paura di perdermici. Rimango divertito a galleggiare come una barchetta di carta sopra la piena, sapendo di poter affondare ad ogni istante ma continuo a fare il gesto dell'ombrello a coloro che sono fuori bordo. Nella mia barchetta c'è posto solo per me ora. L'acqua sta sommergendo anche il Gallicano ormai e io mi sono rifugiato nella torre. Che culo! Una torre col Wi Fi! Quasi quasi racconto una storia low cost...
...eppure i miei studi li ho finiti grazie a persone che credevano in me, che avevano deciso saggiamente (?!?) di investire le loro speranze nella mia determinazione, mi perdonarono ogni puttanata fatta e anche quelle solo pensate. Solo che mantenere questa determinazione non è mica facile, dppo un po tutto si affievolisce, la piena non può durare all'infinito. Ma sembra che ho fatto a tempo, solo che ora sono io che mi ritrovo qui al Gallicano al posto di coloro che una volta avevano teso la loro mano a me e sono io ora, per spirito di riconoscenza (al fato che mi ha sempre accompagnato con un tempismo comico esilarante) devo tendere la mia. Ma faccio il permaloso, perchè ora dall'altra parte non ci sono persone che mi ispirano nella stessa maniera, direi il contrario. O forse sono solo i sensi di colpa che mi lasciano di stucco dinanzi ai miei stessi difetti. Ma sono qui per mediare e allora medio. Comincio a fare il finto tonto, sorrido a tutti e dico sempre di si e la cosa sensazionale è che funziona! Fondamentalmente qui al Gallicano faccio lo scaricabarile, o meglio, sono quello che si becca i barili degli altri, poco male sono stato sempre uno crioso. Qui ora stiamo facendo un corso, un corso per mediatori sulla mediazione, che già hanno difficolta a mediare fra di loro ma sono veri, autentici. Ci sono romene stressate che lanciano frecciatine alle donnone africane fiere ma un po goffe, sudamericane che pronunciano tre mila parole al minuto e nesuno le sta ad ascoltare, c'è Karina una ragazza polacca che ieri davanti all'entrata principale si è fumata una canna di erba, ma non ha offerto!
Si parla di mutilazioni genitali femminili, un argomento interessante quanto scabroso. Molti se ne fregano altri si scandalizzano e pochi rimangono. Quando si parlava di violenza sulle donne, ognuno aveva la sua da dire, ognuno dava il proprio personale limite oltre il cuale un comportamento o una azione diventava violenza. Il mio concetto di violenza poi è ancora più personale, per me è una violenza svegliarmi con il rumore devastante della radiosveglia, oggi mi sono svegliato così e anche ieri. Lo vorrei dire ma sono solo il tutor e me ne sto zitto, vorrei anche esporre la mia teoria sull'imperialismo femminile e che forse qualche ceffone di tanto in tanto... Ma non possono capire, ognuno qua ha un senso dell'umorismo diverso, il mio è sovietico, ovvero le famose freddure e quindi continuo a stare zitto e a dire di si, con la mano nella tasca a stringere il tesoro che ho nascosto dentro. Le chiavi del Gallicano.
Gia mi ci vedo! Sulla poltrona del primario con le gambe sul tavolo. Quasi quasi organizzo un rave party qui, al centro di questa città, dentro questo ospedale rinascimentale. Il Mediator Party!