mercoledì, giugno 13, 2007

un Americano a Roma


Sabato scorso era una gran bella giornata. Il sole era alto nel cielo così come la voglia di marinare il lavoro, ma non si può. Inoltre c'è una manifestazione e aimè voi non lo sapete, ma anche questi di eventi sono parecchio remunerativi, al punto che i mille ristoratori fanno il pieno di Peroni e buttigliette d'acqua che con tanta gioia vendono agli stessi su cui poco dopo sputano. Ma non importa, sta di fatto che parteciparvi non ne avevo comunque la più ben che minima voglia. Non avevo neanche capito bene se manifestavano contro la venuta di Bush o se era contro la guerra, perchè entrambe le cose non si può, non sono compatibile. Per la pace metti i fiori nei fucili, per Bush potresti anche azzuffarti. Che poi, in fin dei conti, anche se l'americano è uno di quelli che per via della mia cittadinanza mi impedisce a viaggiare nel mondo, credo che questo sia un diritto anche del più antipatico del mondo: per me quindi, Bush vai dove cazzo ti pare...
E poi davvero, la giornata era splendida e il lavoro non pesava. Quando ad un tratto (evidentemente perchè era contro Bush e basta) parte la prima pietra, proprio sulla vetrata della banca di fronte a dove lavoro io. Scoppia il panico e arriva l'esercito. Nel nostro locale si barricano una cinquantina di persone, protetti dalle vetrate anti sfondamento, mentre fuori sbirri e guerriglia urbana fanno come una danza (mi pare di averla vista anni fa in un documenterio che parlava di galli ruspanti). Oltre al personale vi erano americani e spagnoli. Gli americani bravi boy scout si mettono tutti al piano sotto, come in un buncher (manco ci fosse una guerra atomica), spaventati ma convinti nel trionfo della giustizia imbandiscono un mini ospedale da campo, ma non ci sono feriti, non ancora. Gli spagnoli bontemponi tutti sù con la birra in mano e la macchina fotografica nell'altra. Erano le otto circa, orario di aperitivo, il banco è imbastito di prelibatezze commestibili e il personale si nutre. Da qualche parte il ghiaccio si scioglie dentro un Americano, avevo dimenticato il mio bicchiere da qualche parte in mezzo a tanti altri quando la gente è ruzzolata dentro. Si perchè io l'Americano me lo bevo! Mi piace molto ma solo se ci si mette una goccia o due di angostura (che è un amaro concentrato) e non si esageri con la soda, importante anche il twist-lemon.
Ma la cosa più sconvolgente stava solo iniziando, iniziavano i primi sproloqui. Come fuori volavano sassi e manganellate dentro volavano cazzate. Ero nell'occhio del ciclone e non potevo fuggire. Allora mi sono collegato ad internet con il pc del locale e ho creato un nuovo blog.
Si chiama cronachelowcost.blogspot.com ed è una accozzaglia di amici a basso costo che raccontano storie di vita a basso costo.
Vi chiederete il perchè di questo gesto, semplice: l'alternativa era un post sul perchè mia sorella sia un ultrasuono.

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