mercoledì, gennaio 10, 2007

IMPRESSIONI DI GENNAIO


Il mio viaggio sta per giungere al termine, casualmente come l`amico Higuerra anche il mio di ritorno e` prvisto per il 15. Chissa` se ci si becca all`aeroporto. Ma non e` questo il punto, il fatto e` che anche le mie emozioni stanno cambiando rotta. Se prima ero entusiasta e camminavo col naso per aria un po impacciato, osservando e assaporando ogni particolare (e chi mi conosce bene sa quanto siano importanti per me i particolari), oramai cammino diritto senza guardare nessuno. Conosco quasi a menadito la citta` e salto da un treno all`altro nella confusionaria metropolitana moscovita.
Ho incontrato chi dovevo incontrare. Parenti, amici, nuovi amici. Ho visitato musei e monumenti e mi rendo conto che e` rimasto giusto il tempo per salutare tutti e tutto. E` una strada tutta in discesa, ma ho tirato il freno a mano.
Il ritorno a RadioPazza significa non solo lasciare nuovamente (per un tempo non definito e sicuramente lungo) questi luoghi, ma soprattutto segna il mio ritorno al lavoro e alla vita quotidiana di sempre. Che io amo, per carita`, ma sono anche un fannullone degenerato, questo lo ammetto. E so che il dolce far nulla (che non significa non fare nulla ma fare tutto cio` che ti aggrada) avra` presto termine.
Ora non mi resta che raccogliere i bagagli e correre in lungo e largo per tutta la citta` scandendo le giornate con mega sbornie d`arrivederci.
Ho soddisfatto pienamente le mie curiosita` e colmato i vuoti di memoria, ma un solo pensiero (che mai potro` riempire) mi e` rimasto. Come sarei, come sarebbe la mia vita se fossi rimasto?
L`altro giorno ho incontrato un amico d`infanzia. Porta il mio stesso nome e frequentava la mia stessa classe quando studiavo (questo si che e` un parolone) ancora a Mosca. Lui si ricorda di me perche` da piccoli (da quello che dice lui) giocavamo ai marinai, costruendo galeoni con sedie, tavoli e cuscini. Io mi ricordo di lui perche` (da quello che dico io) da piccoli giocavamo insieme a fare i preti, inscenando delle vere e proprie messe. Lui e` finito a fare il diacono e ha moglie e figli. Io il coraggio di fare il marinaio non lo mai avuto, anche se ci avevo pensato tanto in passato.

Ho scattato questa foto a casa sua. Mi sono affacciato dalla finestra al 24 piano per farla e il vento gelido mi ha fatto lacrimare gli occhi e tutti hanno pensato che stessi piangendo. Io ho retto la parte, mi sono strofinato gli occhi bagnati dall`acqua di mare in una serata di salata nostalgia e tutti hanno fatto finta di niente.

Mi e` venuto in mente un brindisi che anni fa mi e` stato insegnato al glorioso Red Lion di Ostia, faceva piu o meno cosi: noi non abbiamo mogli, noi non abbiamo figlie, le nostre spose sono le buttiglie!

Prosit!

3 commenti:

Casa Russia ha detto...

Se non sbaglio fu un amico che chiamavamo Lupo a fare quel brindisi. Chissa` se e` uno blogghista anche lui...?

Anonimo ha detto...

Ciao! Mi ha fatto piacere che sei passato (ma già te l'ho scritto).
Non so se la sensazione è giusta, mi viene da dire che comprendo il tuo stato d'animo attuale, una sorta di adeguamento alla chiusura dell'avventura che volge al termine...
So che il termine "avventura" non è quello esatto...Figurativamente parlando forse il tuo è stato un "nuovo abbraccio" a questa dimensione...
Non so perchè sto cercando le parole per spiegare una cosa che è tua!
Va bè, la faccio finita!
Ho letto anche il post sulla Vodka, e anche quello mi è piaciuto, insomma, l'ho trovato interessante!! A me la vodka piace, è uno dei pochissimi superalcolici che mi piace...forse, perchè -ho scoperto leggendoti- "è digeribile"!
Comunque a me basta poco per svegliarmi il giorno dopo con un gran mal di testa!!! ;))
A presto, ciao ciao!

Casa Russia ha detto...

Io sono una persona alla quale e` sempre piaciuto condividere le proprie gioie con il prossimo (conosciuto o sconosciuto che sia, tutti sono amici solo che magari nessuno vi ha presentato, ma questo e altro discorso) nel momento in cui lo metto per iscritto nella rete non e` piu solo mio. E` di tutti. Credo che tu fai lo stesso. Semplicemete quando non e` il momento preferiamo il silenzio, verbale o informatico che sia. E se mi dici che mi comprendi, forse in qualcosa sono riuscito.
Ps si la vodka e`bella e buona ma per fortuna una volta che torno mi disintossico. Certi ritmi non li reggo mica, io.
Un abbraccio. G